domenica 11 ottobre 2009

mi hai chiamato tu.

sradichiamo piante per travasarle. per farle crescere. che la terra invecchia e il cielo si chiude. coperto da chissà cosa. inchiodiamo cristi sulle nostre croci di legno senza risentimento. schiacciati come tasti su un pianoforte dalla voglia di esprimersi. stazioni senza treni scandiscono i tempi persi nel tentativo di deridermi. svegliarsi dopo un suicidio tentato e fallito. mentre corri ancora verso un sogno lasciato sul muro. lanciamoci addosso le matite e voliamo in Argentina che il mondo si spezza. paghiamo i bambini per farci sorridere. mentre l'autunno muore di caldo. mentre le case si abbandonano alla forza di gravità e ci troviamo a dormire sotto mille macerie. che avevamo chiesto alla polvere di aiutarci a smettere di fumare. mentre registri l'ultima nota d'amore e d'altre guerre. aggiriamo metamorfosi come ostacoli. portiamo fiori finti su tombe radiottive. e chiudiamo le tende che la luce attraversa i vetri. che scivolano le nuove composizioni. che i telefoni ci salvano dall'oblio della memoria. ed è la cosa giusta da dire se non hai niente da fare.

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