venerdì 8 gennaio 2010

che vivere è più faticoso che morire, dicevi. e prendevi integratori a colazione.

come talpe che scavano il giorno. le tue mani sui miei fianchi. sogni stesi ad asciugre quando fuori manca il sole. come mutande umide dopo due settimane. e dopo aver fatto l'amore pariamo col brutto tempo nel bagagliaio. che lasciamo volare la cenere rimasta dal fuoco di sant'antonio nel tuo petto. calpestiamo letti sfatti e immaginiamo galassie fosforescenti nei cieli abbandonati di campagna. cellulari che sono computer. computer che si ammalano e perdiamo parte di noi. manca già un'estate alla nostra collezione di ricordin affilati come lame. mentre cambi penna e non lo scrivi. come talpe che si perdono nelle notte di mezzogiorno. costruiamo muri di Berlino nei formicai. soffro di ansia da risveglio e paura di cadere. mentre cerchiamo conforto in cuscini sformati. e c'è un tempo per vivere e uno per morire, pensavi. ma i fallimenti durano per sempre.

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