domenica 10 gennaio 2010

quando arruolavamo maghi per illuderci, che noi si era diversi.

cadere come soldati sul fronte. di fronte la speranza di restare uniti e illesi. vivi. come marinai che fanno buchi nell'acqua e marinai che guardano buchi nell'acqua. come satelliti inutili che si piegano alle forze maggiori. alle troppe pressioni. progetti perfetti sfumati. lasciamo il posto a vecchie cartacce. andiamo avanti che non sentiamo più niente. che a capodanno facevamo saltare i tappi dalle orecchie. per farcela ancora. per riuscirci di nuovo. mentre Van Gogh continuava a sentire la pressione del cielo. mentre scoppiano i cuori come mine disinnescate male. e le persone implodono. e le persone muoiono. come dare soddisfazione a un dio redentore. come stringere la mano al colosso di rodi. e vedersi estirpare le proprie illusioni. come amputare i raggi al sole. e leggere shakespeare sulla neve. addormentarsi su una panchina di crotone. guardare un film in terza dimensione. togliere le mosche dai corpi vuoti di vecchie signore malate. seminare alberi enormi in piccoli orti. strafare. in ogni direzione. e mettersi a dormire per non avere più niente da amare.

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