sabato 27 agosto 2011

perdenti ridenti

Vorrei alzare il tuo velo. Sei solo ma io non ti credo. Né cedo alla folla che pressa la piazza disparsa procede la festa del santo patrono che tutti ci ignora e rasenta volando la fogna. Ascolta l’odore di muffa che sale dal cielo leggero cadendo il frastuono ci sveglia dal sonno profondo nel mondo restando da quando siam nati. Morti solo per noi stessi. Mi manca la sabbia attaccata alle tue mani che ogni carezza sanguinava. I blocchi di fogli bianchi coi santi che che volevano ricordarci le nostre amnesie. Misteriosi castelli gemelli nel mare si ergevano forti come fratelli tra le corti di spagna piantavamo i nostri futuri troppo gelidi per schiudersi al sole. E tu venivi dietro ogni data raccontata e sorrisa e commentata da attenti risentimenti celanti cuori affranti dalla lontananza delle onde. E tutto riecheggiava lontano giù fino al cimitero sottile come le ruote della tua citroen vecchio stampo che dentro potevi trovarci cappelli a cilindro ma anche ragni ad angolo. Ed era estate e pioveva e grandinava solo perché ni potessimo restare soli ancora un altro po’.

E pioveva e grandinava solo perchè potessimo restar soli un altro po’. Che insieme eravamo più forti dell’estate. Restando ore a spiare il ghiaccio cadere. Mentre il legno raccontava storie di qualche anno fa. E non perdemmo nulla tranne il sole sopra l’ombrellone.