E rompere le nostre campane di vetro nel deserto omerico. Salici piangenti imprigionati dal ghiaccio nel vento artico. Stelle ferme da millenni a illuminare spazi inutili. Con te o senza te. Con te o senza te. L’amore, gli imperatori, i cori, le scatole chiuse, le discese ripide, la cima degli abeti, le manovelle delle radio degli anni Ottanta. Gli anni Ottanta. gli adesivi sui frigoriferi. Scegliere le mattonelle una ad una. Fare attenzione alle linee di fuga. E sentirsi come in una macelleria. Ventilando l’aria per non sentirsi. Ventilando l’aria per non abituarsi. E restare ore ed ore osservando il mare. seduto sul fondale. Che ti sovrasta come cielo. che ti schiaccia e ti accartoccia. E gemo al solo pensiero di vederti scadere nella vendemmia del vino. Che è sangue amaro. Senza freno. Come togliere la morte dal taschino e lasciarla parlare, ma per poco. Come aprire gli occhi al buio e lasciarsi toccare. L’aria che ti si presenta. Venirci incontro e salutarsi a stento. Come uno scontro frontale poco dopo il tramonto.
Nessun commento:
Posta un commento