cadere. come un'estate lasciata andare. come un amore andato a male. trasudare dai vetri rotti delle finestre. giocare a fare i grandi umanizzando i pilastri. dare la vita ai sogni per svegliarsi esanimi. e non chiedersi chi aprirà la porta questa volta. che tanto non cambia. che tanto non conta. ritiriamoci presto nei nostri castelli di sabbia. avanzare affiancandoci. combattere le onde coi mestoli. intonare canzoni demenziali sui tramonti spettacolari. e prepariamo gli zaini per le nostre gite irreali. come se l'estate non fosse finita da mesi. come se avessimo ancora di che parlare. mentre leggi la ninnananna di Palaniuk sotto il sole. senza protezione che possa reggere la foga di chi azzarda un sorpasso in strada. mentre la mattina ti fa sempre mancare qualcosa.
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