dammi un sogno che non sia il mio. in un risveglio senza tempo in cui suona solo il vento. scivolando nei campi di grano. cadendo dalle nuvole chissà dove. mentre liberiamo il tempo per costruirci intorno fortezze private pronte a crollare. pronte a cadere. ponti sospesi su sabbie dorate su cime innevate su ritagli di tempo perduti. Arrestare il passato errante. cadere e cedere alla pressione del mare. sotto un cielo da bere sopra un mondo sereno. troviamo la verità negli slogan pubblicitari e ricicliamo i cuori atrofizzati per farci maglioni. coloriamo i sogni premonitori e diamo un senso ai sentieri di montagna. apriamo gli occhi sul buio e commentiamo il mare. che non c'è tempo per fermarsi a pensare. che non c'è verso di razionalizzare il canto. che qual è l'utilità del bene? che basta spegnere candele per accellerare il vento. per morire di poco tempo. come unica colpa l'inesorabile abbreviarsi. nei tumulti del mondo che prende vita sottoterra. come seppellire un morto apparente. come suonare sassofoni alla finestra che forse qualcuno ti sente. come rialzare le stelle cadenti. curare la bestia morente. che basta a congelare il segreto delle cose nascoste. delle pose artefatte. delle strade maestre. e andiamo fuori dal mondo che si sta bene. e andiamo fuori dal mondo che si dorme bene. sfrattiamo quadri dai loro chiodi per camminare sui prati. che non c'è una storia per i violini elettrici i binocoli magici la ventilazione dei forni. mentre rifacciamo i letti di una casa farmaceutica. e questa notte è l'ultima. sotto vento passano le nuvole a profumare il mondo di pioggia. come traccie lasciate per l'ultima volta dietro la linea scura dell'incanto. è primavera questa notte, e le onde corte infrangono le lontananze.
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