martedì 14 ottobre 2008

le tue cure senza cuore

lo diceva anche lui che ha il nome di un fiume, sentirsi soli come un numero primo. che almeno quello è primo e tu sei solo multiplo. sei pari. sei folle. sei una folla, al cinema, al mercato, al teatro. numero emancipato. di certo non razionale. aspettare in stazione che qualcuno ti venga a reclamare. a portare monete nelle nostre tasche vuote. a riempirci la testa di pensieri per farci morire. che solo morendo possiamo scoprirci ancora in vita. ancora per poco. e tuonano le tue parole da padre nelle mie notti pastose. i timpani fabbricano rumori da sentire. le tempie si svestono della tua pressione.
scendiamo fino al cuore. battiti come segnalibri sulle pagine da cancellare. senza epilogo che ci possa far finire. e ritorniamo a sporgerci sul pozzo dei desideri. sulla fontana di Trevi. senza niente da chiedere per risparmiare. che ogni sogno è una moneta e inquiniamo il fondale. e si alza il sipario di rimpianti. e insceniamo i nostri cuori distorti dietro le quinte di questi anni. ma ora basta pensarci, meglio studiare. mi senti?

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