Che era bello iniettarsi il mare nelle vene e restare a guardare. scarabocchiarci le mani coi gessetti colorati. Cancellare la cornice dei quadri appesi alla parete. E sentire marciare i reparti speciali e abbattere i nostri alberi sacri. E sfogliare i tuoi capelli che sono romanzi francesi. E accendiamo una lite che c’è troppo buio intorno. E cominciamo a girare veloce cosi sembriamo una cosa nuova. Una cosa sola. Che disegnavamo sorrisi sulle nostre labbra viola. Che annegavamo nei sensi di colpa gettandoci in quel fiume. E i pomeriggi stesi al sole per non lasciare aloni sui nostri visi. E poi ti vedo costruire un castello di sabbia. Il gatto è salito sul tetto. Ti butti nell’acqua, immerso fino alla testa. E dietro quel gesto c’è un senso nascosto. E curvi sopra un cruciverba ti lascio un disegno. Lo capiamo solo adesso che il senso è questo. E ora che è estate ti rivedo d’inverno, impegnato nel buio a lasciarmi un segno.
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