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vivere m'ammazza.
hai 22 anni e non puoi farci niente. dico 101, dico 102, dico 103 e il faro torna a fare un unico lampeggio. vive. è li. girato verso non so dove a illuminare non so cosa. si gira ogni volta che qualcuno lo chiama. impazzisce. aspetti col tuo caffè in mano. è caldo. volendo, puoi berlo subito. non scotta. pur volendo, non aspettare troppo. diventa freddo. gira l'angolo e parti nel tuo viaggio interstellare per galassie eteronomiche. hai 22 anni e non hai fatto niente per averli. tuo padre ha finito di farti raccomandazioni sul sesso. tuo nonno è morto subito dopo la liberazione. il cane c'è sempre, seduto in corridoio, vicino la porta d'ingresso, e si limita a scondinzolare o, se si sente in forma, alza testa e orecchie per dire T'ho visto. tua madre non è molto cambiata, ora ti sembra vecchia da sempre. hai 22 anni e chi tiene ancora il naso schiacciato contro il vetro non può essere poi cosi stupido. la tua finestra a forma di rettangolo orizzontale divisa in tre rettangoli verticali. il muco che ti scende giù la naso. la manica del maglione che riporta tutto alla normalità. una città piccola ma comunque più grande delle menti aperte che la animano. l'odore del mare che è sempre più puzza di pesce. un corteo senza capo ne coda blocca una strada del centro. hai 22 anni e vorresti guardare con occhi nuovi tutto ciò che non è mai cambiato. ti stendi sul letto, di fianco, e le pulsazione nell'orecchio. le conti. le perdi. riconti. ti dimentichi che le stai contando. pensi ad altro. le ananas. le mosche. le piaghe sui talloni. i piedi gonfi che straripano dalle scarpe. i buchi delle serrature. le cinture di sicurezza. le urla. gli schiamazzi. gli antuncanfè. e cipiticipiti. i blablabla e gli spatafem. immagini il processo di creazione del burro. del formaggio. la tosatura delle pecore. la mungitura del latte. l'odore di te che non ti lavi da giorni. sei stanco. hai 22 anni ed è come se non avessi mai dormito. mai bevuto. mai aperto gli occhi. mai amato. hai 22 anni e sei fermo al centro di una lista per donatori. sei paziente. equilibrato. ti avvicini al punto d'esplosione, sempre più velocemente, sempre più attratto da quella gravità enorme. ne senti il penso. ne sei schiacciato. curvo, continui a camminare. a raggiungerlo, il botto finale. come la grande guerra che tutto cambia. come il bambino che scoppia e il palloncino che piange. perso nell'universo come un semplice relitto. chiedendo asilo ad ogni orbita che capiti a tiro. cerchi un'asteroide in affitto. poi succede. sobbalzi. ti volti. hai sempre 22 anni, la tua vita banale, i tuoi discrsi sul sesso, la macchina con qualche spia sempre accesa e un'anima da rottamare. poi ti svegli, una mattina, con la tua cucina sporca. il tuo caffè. il tuo buongiorno. il tuo computer spento. i tuoi vestiti a terra. il telefono che sembra più morto di te. puzzi ancora. poi ti decidi, e dopo un paio d'ore qualcosa la fai. una pulita te la dai. un blog lo apri. niente sfoghi post-adolescenziali, ti dici. ma ci ricadi. e ti rialzi. e ci ricadi. e ti rialzi. e ci ricadi.
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