luci di tramonto. orizzonti solitari. lacrime che corrono sul bagnasciuga e il vento caldo trascina i gabbiani a largo. le note della tua chitarra immaginaria sovrastano e ricoprono le nostre voci schive. non ho fogli da lasciare incustoditi. non ho sciarpe da dimenticare sul divano. solo il tuo pensiero ricorrente da lasciare in macchina. al sole. senza abbassare il finestrino di un dito. solo i titoli di coda del film cileno da guardare al rallentatore. solo la luna da prendere a morsi. ed è la soglia che si pietrifica dal dolore. il viandante che trova la tavola apparecchiata. il pazzo del centro che canta a squarciagola il suo ritornello. non ho più l'ambizione di rincorrerti. non ho umori da manifestarti. è un cielo di gomma che si mastica. una sposa che scappa. un malato che scende le scale. un ferroviere che deve frenare. un canale che si deve cambiare. il tempo che deve passare. l'amore che deve sfiorire. la primavera che tarda ad arrivare. le parole che provano a fuggire. e i blog che continuano a parlare.
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