Ti scopre per contrasto la voglia di scrivere. Ti coglie come un’intuizione che sfugge continuamente alla presa. Crollano le tue certezze ed il tuo mondo rotola alla ricerca di un fondo. Ho un lombrico sulla carta e tanti grilli per la testa. E ti schiaccia la voglia di giustizia. Un pavimento che continua a salire mentre il soffitto continua a scendere. L’attesa di una fine che non sai quanto possa essere importante. Anche oggi è passato che sei già nel futuro. E la, al confine tra la sera e nottefonda, il buio permette ancora di seguirne i contorni e pare suggerirti che di notte non si muore ma si sogna. Scorre il tempo sul display dell’orologio senza lancette che ne determinano la toccata e fuga, e stai fermo immobile riscaldato dai tuoi desideri. E tutto intorno crolla mentre ascolti un violino. E tutto intorno crolla mentre il bambino continua a giocare da solo col suo palloncino, e ride e gira in tondo. Le formiche sulle gambe e il mondo intero sembra riderne di gusto. Io ho i miei segreti e tu i miei desideri.
C’è l’aiuola dove il cane riposa in pace. Non conoscevo ancora quella parte di me che poi scivolò dal mondo. Intorno c’è l’erba che nasce da terra. E dopo le urla e gli schiamazzi, dopo la tua insopportabile bellezza, quell’innocua svogliatezza, vedo persone silenziose con le unghie sporche che mi graffiano la faccia. Quel fiore un senso ce l’ha. Contiamo le foglie ma inizia tu. Io ho le mie paure e tu i miei pensieri. E nulla è più complesso di una formica. E formiche sulle gambe una meta ce l’hanno. Mentre il giorno è passato tra i canti dei pastori.
E anche se è appena nata la mattina io già zoppico dal sonno.
160614
10 anni fa
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